Real ales scozzesi a Glasgow (2004)

14 Dicembre 2014 0 Di Bertinotti

Per quanto riguarda le birre scozzesi in generale, vale quanto raccontato nel report sulla gita in Scozia del giugno 2003 e quindi non mi dilungo!
Approfittando del fatto che la buona Ryan Air ha una nuova rotta Milano (Orio al Serio) – Glasgow Prestwick, i miei amichetti del Dipartimento ci hanno regalato un viaggio di 4 giorni nella mia città preferita che, per chi ancora non lo sapesse, è Glasgow.
Partenza alle 11:05 da Bergamo e arrivo a Prestwick alle 13 locali…un filino in ritardo, ma dopo un’oretta di treno (GRATIS, offerto dalla Ryan Air!) siamo a Glasgow central! Un po’ di salita a piedi e, carichi soltanto del nostro zainetto, arriviamo alla guest house, zona Charing X, ma purtroppo non è quella di giugno…si trova a una cinquantina di metri dalla McLays, ma non è davvero la stessa cosa: se quella era “basic” ma tutto sommato accettabile, questa è davvero squallida. In ogni caso, per tre notti si può sopravvivere e allora usciamo immediatamente per il primo “giro” (di birre, ovviamente!) del viaggio. Scendiamo da Garnet St. (pendenza 21%!!!) e, data la mancanza di vettovaglie sui voli Ryan Air, ci lanciamo nel Fish&Chips di fiducia (tenutaria una signora romana che si è trasferita a Glasgow durante la seconda guerra mondiale) e ci facciamo subito a bag of chips, salt and vinegarYou're due a DuecharsNel frattempo camminiamo fino allo State Bar (Holland St 148), luogo ove siamo sicuri di trovare qualcosa di buono (le spine real-ale sono 8 e mi sembra siano aumentate dalla nostra ultima visita). Scopriamo qui che le real-ale hanno il prezzo politico di 2 pounds la pinta e ovviamente ne siamo molto felici. Io esordisco con una Deuchars (Caledonian, non più indipendente, nuovo acquisto della Scottish&Newcastle): devo ammettere che, per ora, la qualità non è affatto cambiata. Speriamo che continuino così. Novità assoluta, invece, il bicchiere che riporta, sul fondo, leggibile solo quando la pinta è quasi vuota, la scritta “You’re due a Deuchars!”. Scopriamo anche la Banner’s Bitter, che ci piace molto, la Marston’s Pedigree e la Shepeard Neame Spitfire. Il pomeriggio continua con una passeggiata verso il centro, dove scopriamo che la statua equestre in Queen St, quella che i locali, tutti i venerdì sera, ornavano con un cono stradale a mò di cappello, ha ormai ottenuto la qualifica ufficiale di statua equestre con cono stradale a mò di cappello, visto che ormai la Strathclyde Police non ha più voglia di togliere il cono tutti i sabato mattina! Decidiamo di andare nella west-end a cercare un ristorante indiano prendendo la famosa metropolitana di Glasgow ( The tube that takes you nowhere*** ) da Buchanan St. a Hillhead (tranquillamente camminabile, ma troppo in salita per i nostri gusti). L’aperitivo lo prendiamo in Dumbarton Rd, al Lismore (al civico 206), dove ci beviamo un’altra Deuchars e una Tartan’s Terror, che ci lascia abbastanza perplessi. E’ ora di cena e Byres Rd, una volta famosissima per i suoi ottomila ristoranti indiani, ora ne risulta completamente priva (se si esclude un take-away di dubbio aspetto).  La prima Deuchars allo StateAllora optiamo per un ristorante scozzese, che sull’insegna aveva proprio scritto “Scottish Restaurant”…ma voi avete MAI visto in una città italiana un ristorante con scritto “Ristorante Italiano”???? Mah, siamo un po’ dubbiosi, però hanno l’haggis e quindi entriamo. L’haggis sa veramente di bestia e se lo pappa tutto Davide, mentre io mi dedico a una selection di formaggi scozzesi niente male. Dopo cena al  BON ACCORD (North Street 153, zona Charing Cross, proprio di fianco alla Mitchell Library – 11-24, 5-23 la domenica), che è il mio pub preferito e di cui abbiamo già parlato diffusamente nel report precedente. Qui ci sono le usuali 10 spine real-ale, che cambiano con frequenza impressionante (ogni volta che finisce un fusto, questi cambiano la birra!). La novità del luogo è che pare siano diventati la sede del locale club degli easy rider over 45 con beer belly, per cui siamo i più giovani e i meno panciuti…questa sì che è una novità!
Venerdì è la giornata culturale del viaggio, quindi, dopo un piccolo shopping librario, decidiamo di andare a vedere la famosa Burrel collection , vicino alla Pollock House e quindi lontanissimo dal centro. Prendiamo un bus di una delle 4-5 compagnie che lavorano in città e, dopo qualche peregrinazione, riusciamo ad arrivare alla Burrell collection, immersa nel verde di uno dei più grandi parchi cittadini. Naturalmente anche qui troviamo qualcosa a tema birrario. Ovviamente nella zona ci sono almeno due pub da visitare, altrimenti chi aveva voglia di fare tanta strada? Si sa, la cultura fa venire sete. Giustamente assetati, ci rechiamo nel primo, il 1901 Bar & Bistro (1934 Pollockshaws Rd). Il proprietario ci chiede, con un “delicato” accento, quale sarà la prossima tappa: prima di capire cosa vuole e perchè parla di “tappe” passano almeno due  minuti! Finalmente abbiamo una fulminazione: ha visto la guida CAMRA (che era sulla sedia accanto a me e quindi il signore probabilmente ha vista a raggi X!) e vuole sapere in che pub andiamo dopo il suo… Gli diciamo che vogliamo provare Il Clockwork Beer Co. (1153-1155 Cathcart Rd)  che è anche brew-pub, e lui ci dà la sua benedizione…meno male! Qui ci assaggiamo una Piper’s Gold, una Lia Fail, una Tryst Brockville Dark e una Houston Auld Copperheid (francamente non abbiamo ancora trovato una birra della Houston Brewery che ci convinca fino in fondo, ma siamo pronti a essere smentiti!). Le signore al bar di RenoirAndiamo al Clockwork, che risulta essere un mega pub di quelli super-tecnologici, con tanto di zona non fumatori e bambini (ammessi fino alle 21). L’atmosfera sembra un po’ freddina, ma scopriamo poi che è tutta una finta. Infatti, la popolazione locale, composta più che altro da signori sessantenni, alcuni accompagnati dalle rispettive mogli, è molto simpatica…ma voi avete mai incontrato uno scozzese antipatico??? La produzione locale è, a dir poco, originale: il pub è famoso soprattutto per le sue birre alla frutta, ma sono presenti anche una ale super-luppolata (chiamata Double Hop) e una birra al ginger che si chiama “Seriously Ginger”. Davide ne ha chiesta una pinta e la barista gli ha risposto “E’ meglio se prima la provi”; risultato: non siamo riusciti a toglierci il sapore di ginger per ore….una birra davvero estrema, direi eccessiva. Già che ci siamo, proviamo anche il cibo, visto che il luogo è famoso anche per questo. Prendiamo degli snack (sono le 3 del pomeriggio e non abbiamo pranzato), la cui qualità è davvero decisamente superiore alla media.
Torniamo in città e ci facciamo un bell’aperitivo al Bon Accord: come mancare al miglior real-ale pub di Scozia??? Come previsto, alcune delle spine sono cambiate e riusciamo a bere una Fox’s Knob e un’altra Auld Copperheid, perchè Davide si era scordato che l’avevamo già bevuta (l’alcool fa dei brutti scherzi!). Sbagliamo anche gli orari e scopriamo che la cucina chiude alle 18:30, quindi non possiamo mangiare lì…allora ci trasferiamo in uno dei pub che sulla guida è riportato con la migliore cucina:   lo Stravaigin (28, Gibson St). Il luogo è affollatissimo e fumosissimo, ma d’altra parte è venerdì, per cui non si può pretendere di trovare i pub deserti! La cucina non è male (io mi mangio un curry thailandese molto buono, mentre il piatto di formaggi di Davide è un po’ triste) ed è presente un real cider buono ma un po’ troppo dolce per i miei gusti. La serata finisce qui perchè siamo assolutamente distrutti! Davide alla fine della partita...Davide all'inizio della partitaSabato è l’ultima giornata del Sei Nazioni di rugby e passiamo la mattina a cercare un pub che trasmetta “Galles-Italia” alle due del pomeriggio. Dopo vari tentativi in vari pub del centro, tutti negativi, finiamo allo State, stremati dalla camminata, e ci fermiamo per una pinta. Sullo schermo gigante stanno trasmettendo una qualche partita della Premier Ligue, ma, con una faccia di culo che non mi è solita, mi avvicino al barista e chiedo se c’è qualche possibilità che ci faccia vedere il rugby. Il barista, gentilissimo, mi dice che, finchè c’è il calcio, me la manda sul televisorino e poi la trasferisce sullo schermo gigante. Che meraviglia…un pomeriggio in un pub real-ale guardano il rugby con gli ubriaconi scozzesi (non solo loro sono degli ubriaconi, visto che noi ci facciamo 3 pinte di Banner’s Bitter, 2 pinte di Deuchars, una Tringhooded Crow e una McEwans 80%!) Ovviamente perdiamo, ma con la solita dignità…sai che soddisfazione! In ogni caso, la partita seguente, Irlanda-Scozia, porta allo svuotamento del fusto di Deuchars da parte dell’aumentato numero di avventori. Gli scozzesi fingono di non interessarsi alla partita, visto che per loro questo Sei Nazioni è da dimenticare, ma varie code dell’occhio sbirciano lo schermo….
Un po’ rimbambiti da un pomeriggio alcoolico, facciamo una passeggiata e poi finiamo al Bon Accord dove finalmente riusciamo a cenare, con una JHD e una Robinson’s Best Bitter. Buon cibo e buona birra… Decidiamo che, per evitare il fumo nei vari pub, ci guardaremo la partita clou della giornata (Francia-Inghilterra) in camera nella guest-house. Vince la Francia (meritatamente) e Glasgow festeggia.

Decidiamo di dedicare la domenica all’esplorazione della East-end, che è la parte cattolica della città, patria dei Celtics…ebbene sì, questo weekend c’è ANCHE il derby, che però si gioca a Ibrox, quindi non ci riguarda. Verso mezzogiorno arriviamo ai Barras, il mercato delle pulci di Glasgow che si tiene ogni weekend. La definizione “mercato delle pulci” non rende però assolutamente l’idea… il posto è indescrivibile, sembra di essere capitati in un altro mondo, sicuramente non nella “ricca” Gran Bretagna. Strani personaggi si aggirano vendendo una cosa che chiamano “Bacca” e che poi scopriamo essere tabacco detto alla Glaswegian…le bancarelle vendono di tutto, compresi i DVD registrati al cinema con la telecamerina! Occhieggiamo nel pub dei tifosi dei Celtics e scopriamo che sono già in vantaggio. Allora decidiamo di trasferirci nella west-end dove ci sono un paio di pub che non abbiamo ancora visitato (e poi abbiamo anche fame!) Andiamo al Tennent’s, un grande pub d’angolo in Byres Rd, al civico 191: ci sono 12 spine di real-ale…solo l’imbarazzo della scelta! Si sta bene, se non fosse che adesso siamo nella zona Rangers e i suddetti stanno perdendo 2-0. Nessuno sembra fare grosse tragedie, nemmeno quando due tifosi dei Celtics appena usciti dallo stadio entrano, con bandiere e tutto. La parte più divertente è che i sessantenni scozzesi non riescono a trattenersi dal corteggiare le fanciulle che bevono le pinte, per cui a ordinare vado sempre io! Una volta provate le birre che non conosciamo (Everard Tiger Best Bitter, Lee’s Scorcher, Taylor’s Landlord e la super-premiata Bitter & Twisted), ci trasferiamo al Three Judges (141 Dumbarton Rd), che sembra davvero carino, ma è talmente affollato e fumoso (c’è il concerto jazz ogni domenica pomeriggio) che torniamo a dare l’ultimo saluto al nostro Bon Accord. Pinta della staffa (Strong Arm, Rumpus, Resurrection e Three Sheets), cena e partenza per Prestwick (il ritorno è tipicamente a orario Ryan Air, cioè alle 7:05), per cui decidiamo di dormire in loco. Bed&Breakfast molto carino, sveglia a orario immondo e trasferimento all’aeroporto A PIEDI. E’ la prima volta che mi capita…sono le 6 del mattina, dal mare spira un venticello (per una volta) gentile, i gabbiani non si sono ancora svegliati.
Vorrei restare qui per sempre. Glasgow è la mia città, mi sento a casa come ….a casa!
Saluti

Monica
(Aprile 2004)

*** altrimenti detta “The Clockwork Orange” perchè ha l’interno arancione e perchè viaggia in cerchio. Lo stesso nome viene dato al Glasgow Pub Crawl, che prevede un “giro” di bevute in ognuna delle 12 (dico DODICI) fermate!