Great American Beer Festival-GABF (2007)

14 Dicembre 2014 0 Di Bertinotti

Il festival di Londra ci è ormai divenuto stretto (!), ragion per cui abbiamo fatto il salto dell’Atlantico per vedere la controparte americana, a Denver CO dal 11 al 13 ottobre 2007.
Il concetto del festival è leggermente diverso da quello londinese: il costo del biglietto di ingresso è infatti molto elevato (50 USD, 45 se acquistato prima, per sessione dalle 17.30 alle 22.00, abbonamento per le 4 sessioni è 190 USD, che comprende l’associazione alla Brewers Association) ma gli assaggi delle oltre 1800 birre sono tutti gratuiti. L’acquisto anticipato del biglietto via sito della Brewers Association ( www.beertown.org ) è assolutamente consigliabile, dal momento che i biglietti vanno rapidamente esauriti e si rischia di finire in mano ai bagarini! Da notare che gli organizzatori sono molto seri in ogni aspetto: il numero di biglietti venduti è coerente con la capienza ed anche in “sold out” la ressa è limitata ed il festival è sempre godibile; è previsto il “designated driver” con ingresso a 15 USD che non potrà ovviamente bere alcolici, ma ha uno spazio riservato con root beer e varie “soda”.

Gli assaggi non vanno ovviamente a “pinte” come a Londra, ma con un “tasting glass” – incluso nel biglietto di ingresso – della capacità minima di 3 cl ed in plastica rigida. Per i puristi, posso confermare che è un tipo di plastica adatta alla degustazione; tuttavia nella sessione del sabato mattina (12.30 – 16.30) per i soli addetti e associati BA, i bicchieri sono in vetro.
All’ingresso sono controllate le carte di identità e viene messo un braccialetto al polso che darà la possibilità di richiedere le birre. Attenzione al fatto che il limite per bere alcolici in USA è di 21 anni!

Al festival si rischia di cadere nella trappola dell'”asino di Buridano” che non sapendo cosa bere, alla fine morì di sete. All’ingresso è disponibile il catalogo con l’elenco dei produttori e delle birre, ma è opportuno informarsi ben prima sulle birrerie presenti al festival (sempre sul sito beertown.org) e verificare attraverso siti birrari americani quali vanno per la maggiore e quindi privilegiare. Esaurita la “lista della spesa” si potrà andare a caso, sapendo comunque che – mia impressione – l’area dei produttori “pacific”, “north-west”, “mountain” e “north-east” ha un tasso di qualità molto alta. Meno gettonabile in generale la sezione “south”.

Una sezione interessante del festival è la “Pro-Am Competition”, un concorso in cui le birrerie propongono birre realizzate su ricette di homebrewers che hanno vinto i concorsi locali. Sarebbe sicuramente una ottima idea da importare in Italia!

Le birre? tante! I numeri dichiarati sono: 46.000 visitatori, 408 birrerie, 1884 birre per ogni stile possibile ed immaginabile. Confermo la mia impressione delle mie precedenti visite in USA: grandi birre quando sono stili “di tradizione USA” come pale ales, IPA, porter, imperial IPA etc, meno convincenti quando gli stili sono europei come koelsch, pils, weizen. Non che siano di cattiva qualità, ma uno si aspetta qualcosa di differente e più vicino agli originali.

Dopo la moda delle birre iper-luppolate con oltre 100 IBU, l’ultimo trend – lanciato da Dogfish Head e Russian River – è quello delle “infezioni”: lambic, brettanomiceti, botti ed altro con risultati onestamente dubbi. E lo dice uno che ama moltissimo le gueuze tradizionali!. La mia impressione è che venga fatto largo uso delle colture “belghe” della Wyeast, rendendo la birra un po’ “finta”, come se il lato acido sia stato “apposto” su una normale birra. In questo campo la birra peggiore del festival (e forse di tutto il mio 2007): un lambic alla melograna da codice penale!

A proposito di Dogfish Head (la cui 60 Minute IPA è uno dei gioielli birrari continentali), emblematico l’elenco di birre (?) portate al festival… Vedo un chiaro parallelo tra il geniale ed estroso titolare e birraio Sam Calagione ed il nostrano Teo Musso di Baladin: entrambi all’apice del mondo birraio dei propri paesi, geniali innovatori ma persone disponibilissime, autori di grandi classici mondiali della birra. Forse Teo ha già superato la fase “stupire a tutti costi”, dal momento che ai festival porta birre di cui desideri un secondo ampio bicchiere…

Non abbiamo preso appunti, (anche perchè avremmo passato il festival a scrivere…) ma solo appuntato nomi di birrerie non notissime (almeno in Italia) ma che meritano attenzione. Ovviamente tralascio i citati Dogfish Head e Russian River, Left Hand, Rogue, Sierra Nevada, Stone ed altri che al festival avevano lunghe code… Da evidenziare alcuni produttori dello stato delllo Utah: lo stato, sotto l’influenza della comunità mormone, impone severe restrizioni sull’alcool (ad esempio al bar si può avere una seconda birra solo al termine della prima…) tra cui un limite massimo di contenuto alcolico della birra servita nei bar (4% Vol). In certe situazioni i birrai devono essere per forza eccellenti…! Nel dettagli alcuni nomi in ordine sparso:
www.shmaltz.com (He Brew)
www.lagunitas.com
www.konabrewingco.com
www.realalebrewing.com
www.squatters.com
www.uintabrewing.com
www.roostersbrewingco.com/layton/main.html
www.bluepointbrewing.com
www.steelheadbrewery.com/burlingame.htm
www.skagitbrew.com
www.pelicanbrewery.com
www.cascadelakes.com
www.bridgeportbrew.com
www.bigtimebrewery.com

Infine, chi visita il festival tenga presente che conviene evitare di bere il più velocemente possibile e i bis e tris di assaggi… E’ vero che l’orario d’apertura è limitato e solo su tre giorni, ma il GABF non è solo il festival: ogni brewpub e locale di qualità di Denver (da non perdersi il Falling Rock ) organizza nei 4 giorni una miriade di eventi, degustazioni, birre speciali. Conviene non esagerare per apprezzare tutto…!

Notazione a margine: birrai (quando presenti, al tavolo a servire birra ci sono in genere i volontari) ed addetti ai lavori sono sempre molto disponibili, Charlie Papazian ad esempio era allo stand della BA come fosse l’ultimo arrivato e Ray Daniels (autore a mio parere del miglior libro per homebrewing) alla cassa come un normale impiegato…!

Davide
(Ottobre 2007)